| 
			 STORIA DELLA GIACCA 
			 
			Forse non tutti sanno che la Giacca è tra gli indumenti più antichi. 
			 
			Naturalmente non stiamo parlando della Giacca com’è conosciuta oggi, 
			ma di una sua “antenata”; questa sembra sia stata usata 
			indifferentemente sia da uomini che da donne. 
			 
			Sembra che siano state ritrovate dei “resti” di Giacche in sarcofagi 
			femminili risalenti addirittura all’età del bronzo. 
			 
			Il termine Giacca deriva da Jacques nome comunissimo in Francia tra 
			i contadini (italianizzato in Giacomo) e ha origine nel 1600 come 
			sopraveste. 
			 
			La Giacca è nata in Francia nella “rivolta dei contadini”, durante 
			la guerra dei Cent’anni, come sopraveste per proteggere i vestiti 
			dagli attacchi delle armi. 
			 
			L’evoluzione degli elementi base è avvenuta in Gran Bretagna, nel 
			Settecento. 
			 
			Nell’Ottocento si sono stabilizzate poi le caratteristiche 
			riconducibili alle attuali Giacche, così come al resto dei 
			componenti dell’abbigliamento maschile odierno: pantaloni, camicia, 
			cravatta, gilet. 
			 
			In questi ultimi duecento anni, quindi, l’evoluzione della Giacca e 
			degli altri capi d’abbigliamento, si è svolta secondo linee che 
			seguivano lo stesso schema di sfondo. 
			 
			Da qui parte la storia della Giacca articolata e complessa che per 
			maggiore comprensione suddividiamo in vari capitoli. 
			 
			LA SARTORIA  
			 
			Una sartoria è il laboratorio dove si confezionano abiti, vi lavora 
			il sarto o sarta coadiuvato da aiutanti che erano chiamate 
			piccinine. 
			 
			Vi si preparano abiti su misura o si fanno modifiche personalizzate 
			su capi preconfezionati. 
			 
			Prima del Prèt a porter erano diffusissime, per l'aumento del prezzo 
			della manodopera e la concorrenza dei capi confezionati dal dopo 
			guerra sono andate via via diminuendo. 
			 
			Oggi il termine sartoria è collegato all'Alta Moda. 
			 
			 
			 
			 
			 
			IL SARTO 
			 
			Il sarto è l'operatore artigiano che confeziona gli abiti (maschili 
			e femminili). 
			 
			Per svolgere adeguatamente e compiutamente questa professione 
			artigiana è richiesta una lunga preparazione che si acquista 
			prevalentemente sul campo iniziando come apprendista in una bottega 
			(sartoria). 
			 
			Per svolgere adeguatamente il mestiere di sarto, oltre al tirocinio, 
			occorre possedere alcune attitudini che, sebbene possano essere 
			coltivate e sviluppate, devono essere innate in un individuo che 
			voglia raggiungere buoni livelli professionali di successo. 
			 
			Sensibilità e gusto estetico; 
			Abilità manuale; 
			Inventiva e attenzione al mutare dei gusti e delle mode; 
			Curiosità e disponibilità alle innovazioni anche tecnologiche; 
			Cura e interesse per il cliente. 
			 
			 
			 
			Nei tempi più recenti, la diffusione delle confezioni industriali in 
			serie degli abiti e degli abiti informali ha reso più rara questa 
			professione riservandola ai capi più pregiati dell'alta moda 
			(prevalentemente femminile) e alle sartorie di fascia alta per la 
			clientela maschile. 
			 
			Nei piccoli centri e nelle aree dell'Italia centro-meridionale 
			resiste ancora la presenza della tradizionale piccola bottega 
			artigiana composta da uno o due titolari ed alcuni (pochi) aiutanti; 
			l'attività di queste botteghe è rivolta prevalentemente al 
			confezionamento di abiti per le occasioni formali (matrimoni, 
			battesimi, cerimonie) e, spesso, alle riparazioni o aggiustamenti di 
			capi acquistati. 
			 
			GIACCA DA UOMO 
			 
			La scuola italiana nello stile della giacca da uomo 
			 
			Forse non tutti sanno che la tradizione sartoriale italiana è tra le 
			più antiche d’Europa, soprattutto quella meridionale, con Napoli e 
			Palermo in testa anche se, duecento anni fa, ai tempi 
			dell’ammiraglio Nelson, ha subito un evidente influsso anglosassone. 
			La spalla Napoletana viene modellata morbida. Nel secondo dopoguerra 
			era più squadrata, a insellatura, e diede origine ad un certo stile 
			italiano; le forme erano abbastanza aderenti con una sottolineatura 
			in vita. 
			 
			 
			 
			La silhouette è cambiata a partire dagli anni ottanta, prendendo una 
			“piega” più sciolta e comoda. A partire dagli anni settanta in 
			nostri stilisti hanno lanciato gli spacchi posteriori delle giacche, 
			completamente assenti prima, fino a farli diventare un nostro segno 
			caratteristico. Da rilevare la particolare e continua cura dei 
			produttori italiani di tessuti nella ricerca e nella creazione di 
			nuovi modelli. 
			 
			La scuola inglese nello stile della giacca da uomo 
			 
			La tradizione sartoriale inglese è stata per molto tempo la più 
			imitata al mondo. 
			 
			Generalmente la giacca aderisce morbidamente al corpo, ma senza 
			eccedere; la linea è accentuata in vita, il giromanica tende ad 
			essere aderente, la spalla moderatamente imbottita. Anche questo 
			tipo di giacca è dotato spesso di spacchi posteriori. 
			 
			Senz’altro la scuola inglese eccelle nella cura dei particolari, 
			nella severità del taglio e nella linearità dei movimenti. 
			Le caratteristiche essenziali della giacca da uomo 
			 
			Innanzitutto è bene tenere a mente quali sono i punti critici della 
			giacca, essi sono: spalle, torace, giromanica e collo. 
			 
			 
			 
			Spalle 
			Le spalle devono essere sufficientemente ampie, in modo da 
			permettere alla parte esterna delle maniche di scendere liberamente, 
			evitando rigonfiamenti inestetici causati dalla presenza dei muscoli 
			delle braccia. 
			 
			Torace 
			Il torace deve essere largo al punto giusto, in modo da permettere 
			un facile abbottonamento, e rimanere comoda anche da seduti. Se la 
			giacca è a tre bottoni va allacciata al bottone centrale, mentre se 
			è a due bottoni si usa quello superiore; il bottone basso non va 
			allacciato mai. 
			 
			Drop 
			Un altro particolare da tenere ben presente è il drop, cioè il 
			rapporto tra la larghezza del torace e quella della vita; i rapporti 
			adeguati sono per esempio, prendendo in considerazione la taglia 
			cinquanta: drop 8 per chi ha una vita stretta in rapporto al torace, 
			6 per un rapporto normale, e 4 per chi ha una vita larga o una 
			pancia sporgente. Purtroppo per motivi commerciali, il drop più 
			diffuso è quello medio, il 6. 
			 
			Giromanica 
			Quello del giromanica è un altro punto estremamente delicato; esso 
			deve essere tagliato in modo che la sua parte inferiore si adatti 
			comodamente all’ascella, senza risultare stretto; quando invece è 
			troppo profondo, si tratta sicuramente di un difetto. Dopo che si è 
			provata una giacca confezionata è consigliabile rinunciare 
			all’acquisto se si hanno dei dubbi sulla funzionalità del 
			giromanica. 
			 
			Collo 
			Il primo particolare da notare riguardo al collo della giacca è che 
			deve aderire bene, nella parte posteriore, al collo della camicia e 
			rimanervi aderente anche quando ci si muove o si alzano le braccia. 
			Un altro particolare: quando il collo è troppo corto provoca un 
			innalzamento dei lembi anteriori della giacca, al contrario, un 
			collo troppo lungo squilibrerà i lembi della giacca in avanti. 
			 
			I tipi di giacca più diffusi 
			· Monopetto a un bottone (solo smoking) 
			· Monopetto a due bottoni (si allaccia solo il bottone superiore) 
			· Monopetto a tre bottoni (si allaccia solo il bottone superiore, o 
			i due superiori) 
			 
			· Doppio petto a quattro bottoni, 2+2 (si allaccia solo quello 
			inferiore 
			 
			· Doppio petto a sei bottoni, 3+3 (si allaccia il bottone centrale, 
			quello basso o entrambi) 
			 
			· Giacche sportive (di solito sono a tre o quattro bottoni, hanno 
			spacchi posteriori e tasche applicate a toppa 
			 
			Sahariana (con quattro tasche applicate a soffietto e una cintura in 
			vita) 
			 
			· Giacca da camera; quella classica è di velluto con revers di raso 
			(può essere fornita di bottoni o chiusa con una cintura).  
			 
			IL FRAC 
			 
			Il Frac nacque alla fine del Settecento in Inghilterra come comodo 
			abito da campagna. 
			Pertanto era in panno di lana colorato, o in pelle, corto davanti e 
			con due falde dietro, e mostrava il gilet in tinta diversa. 
			Caratteristica iniziale fu il collo montante, poi trasformatosi in 
			collo a revers molto alti e divisi in due. 
			Questa moda continuò per tutto il periodo napoleonico, fino a circa 
			il 1822. 
			Il frac fu perfezionato nei primi anni dell'Ottocento da Lord 
			Brummel, capostipite dei Dandy che lo preferiva blu e a doppio 
			petto, corredato da calzoni beige, dal gilet sempre in vista, e da 
			una camicia bianca a collo alto, fasciata da un'enorme cravatta. 
			Iniziata la Restaurazione, il frac, come tutti gli abiti maschili 
			dell'Ottocento rimase scuro, mentre il punto di vita si stringeva, 
			aiutato da fasce nascoste. 
			L'uomo assunse quindi una particolare linea a clessidra. Le falde 
			intanto arretravano sensibilmente e si accorciavano. 
			Restò abito comune fino alla metà del secolo, ma lentamente si 
			trasformò in veste di gala, completamente nero e illuminato solo 
			dalla camicia che doveva essere rigorosamente bianca, e il cui 
			collo, ormai rimpicciolitosi, era fasciato da una stretta cravatta 
			nera. 
			Solo in alcune occasioni di particolare importanza i diplomatici 
			arricchivano il davanti con ricami a fogliami in oro filato. Grazie 
			a numerose innovazioni sartoriali nel taglio cominciò ad aderire a 
			pennello sulla figura maschile. Un tenace innovatore della moda 
			maschile, Edoardo VIII del Galles, figlio della Regina Vittoria, 
			cercò di abolire il doppio petto, preferendo lasciarlo aperto, forse 
			per mimetizzare la sua incipiente pinguedine. 
			Nel Novecento il frac si trasformò definitivamente in indumento da 
			sera, surclassato durante il secolo da abiti come il Tight e lo 
			Smoking. 
			La Seconda guerra mondiale portò in Europa i più comodi e informali 
			abiti americani e il frac diventò divisa di corte o indispensabile 
			indumento per i maestri d'orchestra. 
			 
			SMOKING 
			 
			Il termine "smoking" deriva dall' smoking jacket ("giacca da fumo"). 
			 
			In origine si trattava difatti di una veste da camera che veniva 
			indossata dagli uomini nelle stanze per fumatori, con lo scopo di 
			preservare l'abito dall'odore del tabacco. 
			 
			Fino agli anni 1880 l’unico abito formale maschile da sera accettato 
			era il frac, con la marsina a coda di rondine ed il farfallino 
			bianco.Secondo alcuni, lo smoking sarebbe nato a Londra nel 1865per 
			opera della Sartoria Henry Poole & Co., Poole avrebbe ideato una 
			“giacca corta da fumo” per il principe del Galles (il futuro Edoardo 
			VII), tagliando le code di rondine di un frac. 
			 
			Negli Stati Uniti fece invece la sua prima apparizione nell’ottobre 
			1886 per opera del dandy Griswold Lorillard al Tuxedo Club nel New 
			Jersey. 
			 
			Il circolo diede il nome all'abito, che oltreoceano viene appunto 
			chiamato tuxedo (talvolta abbreviato in tux). 
			 
			Nel Regno Unito lo smoking è oggigiorno noto come dinner jacket 
			("giacca da cena"), mentre in Italia, durate il fascismo, il termine 
			venne italianizzato in "giacchetta da sera". 
			 
			TIGHT 
			 
			 
			 
			 
			 
			Il tight è un abito maschile di notevole eleganza e di larga 
			formalità. 
			 
			È il classico abito da cerimonia nuziale, purché celebrata prima 
			delle ore 18. Per regola di galateo, si utilizza solo se la sposa 
			indossa un abito bianco, con velo e strascico lungo; inoltre, se 
			indossato dallo sposo, lo devono indossare anche i parenti maschi 
			dello sposo e della sposa. 
			 
			Inoltre il tight è obbligatorio per entrare all'Ippodromo della 
			Royal Enclosure di Ascot 
			 
			http://www.dressspace.com/it/fashion-story/JACKET.php 
			 
   |